Vai al contenuto

Re-Thinking the Filioque

Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 9 aprile 2024

Hanno partecipato alla disputatio, invitati da Giulio Maspero (Pontificia Università della Santa Croce, Roma): Edward Siecienski (Stockton University), Isidoro Katsos (University of Athens); Alexei Bodrov (Institute of Eastern Christian Studies, Radboud University St. Andrew’s Biblical Theological Institute, Moscow); Theresia Hainthaler (Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen, Frankfurt); Leonardo De Chirico (Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione, Padova); Khaled Anatolios (Notre Dame).

Giulio Maspero ha pubblicato nel 2023 il volume Rethinking the Filioque with the Greek Fathers, durante la tavola rotonda ha però precisato che l’oggetto dei lavori avrebbe visto circoscritto il proprio perimetro in ordine alla seguente proposta: nella loro risposta agli Pneumatomachi i Padri Greci introdussero l’idea di un ruolo attivo del Figlio nella processione dello Spirito Santo nell’Immanenza divina, ma questo ruolo non può considerarsi “causale” perché è, invece, puramente “relazionale”. Fozio non conosceva questa tradizione.  Agostino, dal canto, suo elaborò un’ontologia relazionale meno potente. In modo indipendente la tradizione Siriaca seguì una strada analoga a quella dei Latini. Ciò premesso la domanda che il Professor Maspero ha posto ai suoi interlocutori è appunto se a partire da tali premesse è possibile “professare” insieme siffatta versione interpretativa del Filioque.

Il Professor Sieciensky si è chiesto: “possiamo finalmente abbandonare il Filioque?”; Isidoro Katsos ha tracciato uno scenario in cui altre letture possono considerarsi possibili; Alexei Bodrov ha illustrato l’idea del perché sia possibile una “traduzione russa”. L’intervento di Theresia Hainthaler ha ripercorso analiticamente e con particolare rigore i documenti ecumenici di riferimento, alla ricerca di spunti e considerazioni d’interesse alla luce della proposta di Maspero. Leonardo De Chirico ha sottolineato come storicamente la tradizione delle Chiese Riformate sia sempre stata aperta al dialogo, non difendendo apologeticamente la tradizione ricevuta, cionondimeno ha ricordato come spesso la composizione delle tematiche ecumeniche non dipenda solo ed esclusivamente dall’approfondimento di temi teologici. Ha chiuso i lavori del gruppo Khaled Anatolios che ha osservato in via del tutto preliminare che le due formulazioni non si contraddicono se considerate dal punto di vista letterale. La questione è – posto l’apofatismo – se si possa parlare di causalità in Dio così come se ne parla a proposito dell’uomo. In altre parole, è possibile applicare la causalità alla vita intradivina? È possibile pensare la causalità in Dio o piuttosto è pensabile solo in termini di relazione?

Locandina

20240409_099