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Generati mediante il Vangelo

Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 18 giugno 2024

Autore e perfezionatore della fede è Gesù Cristo: nessuno può darsi la fede perché la si riceve. Essa non è questione di coerenza o impegno ma è un’opera di Dio. La fede poi si deve accogliere e l’adesione deve essere libera di evolvere verso una condizione matura. L’appartenenza all’unica Chiesa è la naturale evoluzione che conduce la figliolanza alla fraternità. La vita cristiana dunque si riceve, si assimila e si condivide: questo è quello che icasticamente don Fabio Rosini definisce “il triangolo delle Bermude della formazione cristiana”. L’arte di educare alla fede si muove in equilibrio nel mezzo di questo spazio metaforico; ogni sbilanciamento verso uno dei tre poli conduce a differenti derive: l’autoritarismo, il relativismo, l’unanimismo.

Don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni del Vicariato di Roma, nel maggio 2024 ha pubblicato con Lipa Generati mediante il Vangelo. Le sacre scritture e la trasmissione della fede, testo che riproduce in un’opera a sé stante le dispense del primo corso da lui tenuto presso la Pontificia Università della Santa Croce su invito del Professor Giulio Maspero. Il 18 giugno ne ha discusso i contenuti salienti in dialogo con lo stesso Maspero, con don Andrea Cavallini, direttore dell’ufficio catechistico della Diocesi di Roma e con Maria Cappatelli in veste di editore della Lipa.

La domanda sottesa al testo e a tutto il corso è come trasmettere la Rivelazione ed educare le persone ad una fede matura. La formazione teologica non basta, ce lo dimostra l’esito fallimentare di molti sforzi promossi nell’ambito della traditio fidei. Le cause principali del fallimento sono principalmente l’improvvisazione e l’appiattimento dell’annuncio sull’esortazione morale. Le Scritture non possono essere manipolate ma devono essere rispettate e lette come “Parola che genera vita”. Attraverso esse e con la forza della Tradizione si possono immaginare paradigmi e percorsi che fecondino l’esistenza delle persone e le rigenerino ad una vita nuova, immersa nella gioia e nella bellezza del Vangelo. L’assenza della fase cherigmatica e didascalica ci ha consegnato, invece, un cristianesimo informato dall’oppressione utopistica, appesantito, esigente, un cristianesimo da “ernia spirituale” ironizza Rosini. Spesso invece di annunciare il Vangelo si annunciano “opere”. È venuto quindi il momento di ammettere francamente di aver smesso di farlo: ma in effetti ci hanno mai insegnato come si fa?

Il prezioso vademecum rappresentato dal testo apre generosamente la cortina sul backstage di un’autore, che è stato capace di concepire importanti libri e itinerari di iniziazione cristiana, illustrando il suo approccio e fornendo a studenti e lettori le chiavi di un metodo che, ai fini della salute della traditio offre spunti efficaci per “aprire la mente dei fedeli all’intelligenza delle Scritture” (Lc 24,45). Nella narrazione di Emmaus i discepoli possedevano i dati ma non furono in grado di annunciare il Kerigma. Il Signore offrì loro un’altra sintesi: l’annuncio “vivo”. Fu così che i discepoli cambiarono strada e tornarono dritti a Gerusalemme senza bisogno di moniti o di “martellate etiche” come usa don Fabio sarcasticamente rammentare ai suoi alunni durante il corso.

Per educare alla fede abbiamo la Scrittura e la Tradizione. Oltre a questi due pilastri esistono vari paradigmi. Per esempio il rito del battesimo ne è ricco e può costituire fonte di ispirazione. Non è perciò il caso di cedere allo sconforto: del resto l’uomo, nel fondo del suo essere, è fatto per il Vangelo.

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