Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 31 marzo 2023
Intervento: Oskari Juurikkala (Åbo Akademi University, University of Helsinki)
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Al giorno d’oggi, una delle principali sfide della teologia trinitaria è l’attestazione della sua attualità: molti ritengono che l’immagine rappresentata dalla dottrina trinitaria classica sia non solo incomprensibile, ma anche distante o poco interessante per la società postmoderna. In questo seminario è stato presentato un piccolo trattato noto come Theologus Autodidactus (Il teologo autodidatta, una favola apologetica a favore della dottrina trinitaria cristiana), le cui argomentazioni anticipano le moderne idee sociali e personalistiche della Trinità.
L’autore, Teodoro Abu Qurrah (750 circa – 825 circa), venerato come santo nella tradizione ortodossa, fu un apologeta cristiano ai tempi del primo Islam. Era un siriano melchita nato a Edessa, l’attuale Sanliurfa, nel sud-est della Turchia, vicino al confine con la Siria.
Abu Qurrah è uno dei primi sostenitori (forse il primo in assoluto) di un’interpretazione relazionale dell’immagine di Dio che si basa esplicitamente sul modello umano paradigmatico dell’amore coniugale. In particolare, ha sviluppato l’idea che l’immagine di Dio nell’uomo si riflette nella comunione interpersonale, così che la relazione generativa tra Adamo (uomo) ed Eva (donna), e la loro prole, ci dice qualcosa su Dio stesso.
Nel Theologus Autodidactus, l’obiettivo principale di Abu Qurrah è dimostrare che la fede cristiana è vera. Un punto centrale del dibattito con l’Islam è la dottrina della Trinità, in quanto i cristiani ritengono che l’unico Dio sia costituito da tre Persone divine. Per guidare il lettore in questa direzione, vengono introdotte le perfezioni relazionali e Abu Qurrah trova un riflesso della Trinità nella famiglia umana come comunità di persone. Egli sostiene che le cose più grandi e nobili della vita umana hanno a che fare con la comunione e la condivisione. Nel Theologus Autodidactus si dice che, senza altre persone, la: «felicità della vita di Adamo sarebbe con i maiali, gli asini e le altre bestie, il che non è felicità». Secondo l’autore se si insiste sul rigido monoteismo dell’Islam, che nega la possibilità di più di una persona in Dio, ciò che risulta è un Dio inferiore, perché è qualcuno senza una compagnia della sua stessa natura.
Sembra innegabile che il Theologus Autodidactus fosse destinato a persuadere i musulmani, ma, sebbene Abu Qurrah fosse ampiamente conosciuto da loro, nessuno dei testi esistenti di autori musulmani affronta l’argomentazione piuttosto elaborata dell’imago Dei a favore della Trinità, contenuta nel libro in commento; essi rispondono, invece, a una serie di argomentazioni e analogie più puntuali, delineate in un’opera più breve di Abu Qurrah.
È rilevante oggi studiare le proposte trinitarie di Teodoro Abu Qurrah? Come ha mostrato Oskari Juurikkala, anche i limiti e le carenze delle sue argomentazioni possono servire alla nostra ricerca per comprendere il mistero di Dio e comunicarlo agli altri, soprattutto in un’epoca in cui la relazionalità umana suscita particolare interesse.