Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 8 ottobre 2024
Intervento: Noelle Mering (Fellow at the Ethics and Public Policy Center, Washington D.C.)
Con il suo libro Awake not woke, A Christian Response to the Cult of Progressive Ideology Noelle Mering ha offerto un’acuta riflessione sulla necessità di preservare le relazioni in un’epoca come la nostra segnata da una certa colonizzazione ideologica. L’8 ottobre scorso ha illustrato il suo lavoro tenendo un seminario di approfondimento e riflessione su invito del gruppo ROR.
È evidente che la nostra società sta conoscendo attualmente una profonda crisi della narrazione e del significato. La crisi non riguarda solo i mezzi ma soprattutto i fini e gli scopi, travolgendo con ciò la comprensione di tutto il resto. Questa crisi di significato interessa anche la comunità cristiana, perché fratturando la coscienza dei singoli al suo interno inficia esponenzialmente anche la vita comunitaria. Perdere un vocabolario morale significa perdere la capacità di dare un nome all’oggetto a cui ci si riferisce e di agire “bene” su tale base.
È importante comprendere che le parole hanno il potere di rivelare la realtà, per tale ragione dobbiamo rinunciare a manipolarne il significato, pena il depotenziamento della verità stessa. Il cristiano non deve trasformarsi in “censore” ma neppure deve rinunciare ad enunciare verità scomode per amore del politicamente corretto o di una falsa compassione. La capacità di dire la verità è intimamente legata alla nostra libertà di vivere una vita densa di significato: «accettando queste categorie che cercano di contrapporre l’amore alla verità, i cristiani perdono la comprensione non solo di come dovremmo vivere ma anche del perché dovremmo vivere».
La woke culture, che apparentemente si pone come un’ideologia di rottura, facendo leva su singole forme di ingiustizia umana persegue in realtà l’obiettivo di intrappolare ogni forma di interazione umana in una lotta per il potere. Penetrandone premesse, storia e tattiche, la Mering mostra come tale approccio sia in contrasto con la ragione, la persona e l’autorità: i tre elementi costitutivi del Logos cristiano. Si tratta di un’ideologia che entra in conflitto con il cristianesimo non solo perché cela caratteri fondamentalisti, ma perché si configura come una vera e propria idolatria. Eleva la volontà al di sopra della ragione, il gruppo di pressione sulla persona, il potere umano sull’autorità divina. Il tutto si riduce, quindi, in una guerra di parole contro la Parola del Vangelo.
Tentare semplicemente di liquidare la realtà della woke culture sarebbe un atteggiamento miope. Il primo obiettivo deve quindi essere, per i cristiani, saper rispondere secondo verità non distorte alle domande esistenziali dell’uomo. Il secondo trae la sua forza dalla relazione: relazione con Dio, relazione con gli uomini. Spesso c’è più forza persuasiva in un invito a cena da parte di una famiglia in cui la relazione è vera, che in una negoziazione serrata sul piano solo morale.