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Teologia dell’immagine e reditus: itinerario contemplativo negli scritti di Riccardo di San Vittore

Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 6 marzo 2024

Intervento: Maria José Zegers (Universidad de Navarra)

Il ruolo della teologia dell’immagine negli scritti di Riccardo di San Vittore è di grande importanza e si può affermare con certezza che non si tratta di un tema accessorio ma di un vero e proprio fondamento su cui il Vittorino costruisce il suo pensiero teologico.

Ad un primo approccio parziale, e quindi superficiale ai suoi scritti, sembrerebbe che Riccardo affronti il tema dell’immagine solo in una prospettiva trinitaria, quando nel VI libro del De Trinitate spiega perché solo il Verbo può essere chiamato Imago Patris. Tuttavia, l’idea di Immagine è un tema trasversale alle sue opere principali. È presente sin dall’inizio del suo lavoro teologico quando, introducendo la sua prima opera, il Liber Exceptionum, sottolinea la realtà dell’uomo come essere creato a immagine e somiglianza di Dio così da poterlo conoscere e amare: per contemplarlo. Riccardo di San Vittore sviluppa questo tema in relazione alla dimensione cosmica, gnoseologica, soteriologica ed escatologica della teologia, basandosi sull’idea del mondo e dell’uomo come immagini in cui è possibile contemplare, come in uno specchio, la bellezza e la trascendenza di Dio.

Tra le opere di Riccardo i suoi trattati hanno avuto il maggiore impatto sull’ambiente teologico dei secoli XII e XIII. Proprio in esse, e in un breve sermone sulla carità, le idee di San Paolo sul mondo e sull’uomo, come immagini in cui contemplare l’immagine di Dio, giocano un ruolo fondamentale. Queste cinque opere sono: il primo trattato, il Liber Exceptionum, di contenuto pedagogico; i suoi due trattati sulla contemplazione il Beniamino Minore e il Beniamino Maggiore; infine, due opere sulla carità, il sermone De quattuor gradibus violentae caritatis, e il suo trattato dogmatico sulla carità divina nella Trinità: il De Trinitate.

Se si analizza ogni opera separatamente, come ha fatto la maggior parte degli studi fino ad oggi, non è possibile apprezzarne la ricchezza.

Tuttavia, se vengono affrontate in modo organico, si scoprono nuove luci che illuminano i lembi del suo pensiero rimasti ancora nascosti, come ad esempio la ricchezza del ruolo dell’immagine nel reditus, inteso da Riccardo come percorso ascendente verso la conoscenza, la contemplazione e la configurazione con il Dio trinitario. Riccardo spiega molto bene come la grazia divina e la libertà umana si articolino in questo percorso in cui l’uomo, invitato da Dio ad entrare in contatto con la luce e il calore infinito della Sua Sapienza e della Sua carità, viene trasformato da questi rimedi capaci di guarirlo dal peccato affinchè possa tornare al suo disegno originario: conoscere e amare Dio per essere felice.

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