Vai al contenuto

Fenomenologia e ontologia in Essere finito, essere eterno di Edith Stein

Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 17 ottobre 2023

Intervento: Paulina Monjaraz (Universidad Autónoma de San Luis Potosí)

Durante il seminario, a partire da un lavoro più ampio di ricerca, la Dottoressa Paulina Monjaraz, si è chiesta se nell’opera di Edith Stein Essere finito ed essere eterno si possa parlare di ontologia trinitaria.

Edith Stein nel suo approccio filosofico al problema dell’essere è molto chiara e, insieme ad Heidegger, afferma che il problema dell’essere non può essere altro che la questione del significato dell’essere.

Come pensatrice cristiana, la Stein si lascia illuminare dalla Rivelazione. In modo argomentativo (razionale) si avvicina fenomenologicamente alla conoscenza dell’essere finito per poi accedere all’Essere eterno, che ella sa, per fede, essere trino. Coerentemente con tale posizione il passo che la filosofa tedesca farà, nella sua ascesa al senso dell’essere, sarà “prendere il fatto stesso dell’essere come punto di partenza dell’indagine oggettiva”. Cionondimeno, dopo la riduzione fenomenologica ciò che rimane come capo d’indagine è il regno della coscienza, ovvero “la vita dell’io”. A partire da questa prospettiva la Stein analizza l’attualità dell’essere finito: questo essere nel tempo è un’essenzialità che “porta” ed è quindi un’essenzialità dinamica, in movimento verso la sua pienezza. Per tale ragione ella arriva a concludere che l’essere finito è un’essenzialità che “porta” l’essere, che non si giustifica in sé, bensì nell’Essere eterno. Sulla base di questa analisi Edith Stein rilegge la nozione di essenza, ousia e di ipostasi, per riconsiderare la base concettuale dell’Essere trinitario di Dio.

Locandina