Ror Studies Series | Storia Religioni Comparazione
A proposito di terminologia, tipologia e storia
Ugo Bianchi
Gli eccessi di certo comparatismo e di certa fenomenologia religiosa ci hanno abituati a guardare con sospetto a tutto ciò che, nello studio delle religioni, sa di astrazione, di accostamento superficiale, di “etichetta”. Si tratta di un atteggiamento che non cessa di portare i suoi benèfici frutti, atti a disintossicare la storia e la scienza delle religioni da quei veleni che l’hanno resa invisa o sospetta a molti, nei più diversi campi e ambienti scientifici e culturali. Uno dei tanti indizi di questa circospezione nell’uso di termini e nell’espressione di concetti altra volta di uso comune e indiscriminato è il frequente uso delle virgolette nel moderno fraseggiare storico-religioso. Un uso, sia detto tra parentesi che non dovrebbe diventare un abuso: e lo diventerebbe allorché ci si contentasse di fermarsi su questi termini, con un procedere provvisorio vagamente allusivo non accompagnato da uno sforzo positivo di chiarimento e di determinazione.
Un’indiscutibile acquisizione nel campo degli studi storico-religiosi è costituita dal riconoscimento della insufficienza di un metodo comparatistico che si fermi ai singoli elementi di credenza e di culto prescindendo da un’ambientazione generale, storica dei medesimi. Ancor più: dalla insufficienza di un metodo che prescinda dal quadro generale formato dal mondo religioso, dai mondi religiosi in oggetto. Il concetto di mondo religioso integrato è una conquista per una storia delle religioni che abbia sorpassato insieme l’esperienza del comparatismo generale e indiscriminato e insieme le barriere artificiali e inconsapevoli di un filologismo che negasse a priori la problematica storica di carattere più ampio. Intendiamo per mondo religioso quel complesso integrato delle credenze e delle pratiche cultuali di un ambiente storicamente determinato, per così dire setacciato attraverso una completa analisi dei fatti e una equilibrata complessiva valutazione sintetica di essi. Solo su questa base sembra possibile percepire la religione, una religione, come organismo vivente, come oggetto e soggetto di storia, nonché come oggetto di comparazione.
Avremo dunque che una storia comparata delle religioni che tenga conto delle esigenze di un comparatismo non soltanto e non principalmente fondato sopra i singoli elementi di credenza e di culto, ma anche sopra i mondi religiosi, storicamente integrati, pone l’esigenza di una nuova tipologia: una tipologia delle religioni. Non più una tipologia di elementi singoli e staccati, la cui comparazione superficiale porta più facilmente a superficialità e fraintendimenti storici, ma una tipologia che concerna delle totalità, appunto: dei mondi religiosi storicamente integrati. Dunque, una tipologia storica.