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St. Maximus the Confessor’s Epistolary Metaphysics

Pontificia Università della Santa Croce, Roma, 27 marzo 2025

Il 27 marzo 2025 Sea-Yun Pius Joung (PhD University of Cambridge) ha tenuto per il ROR un seminario sull’epistolario di San Massimo il Confessore.

Dopo aver brevemente illustrato un quadro della vita, dell’epoca e del contesto teologico più ampio di Massimo, Sea-Yun Pius Joung ha ricostruito il sistema metafisico dell’autore in riferimento ai suoi saluti epistolari, in particolare all’uso di logoi nei saluti e negli addii. Nonostante i molteplici significati del logos, i saluti di Massimo ripetono i logoi (al plurale) come mezzo per mediare la presenza dell’autore della lettera, in un modo che va oltre le semplici parole dell’epistola. La missiva 5 (a Costantino Sacellarius) mostra chiaramente questo aspetto, poiché le parole della lettera e i logoi della metafisica di Massimo ricorrono insieme (“parole secondo le parole”), il che suggerisce che Massimo può usare i logoi metafisicamente nelle sue lettere, oltre a sfruttare l’ambiguità della parola. In breve, esaminando gli antecedenti del resoconto metafisico dei logoi di Massimo in Ireneo e nei neocalcedoniani, Sea-Yun Pius Joung ha sostenuto che i logoi in diverse lettere di Massimo (Ep. 4, 5, 7, 15, 20, 24, 28, 30, 37, 43, 45) forniscono i mezzi per continuare l’Incarnazione per il credente, trasmettendo la presenza dell’uomo santo. I logoi non sono quindi le ipostasi di Cristo, né le Idee divine in senso platonico, ma principi di individuazione che possono essere trasmessi attraverso il tempo e lo spazio e che, derivando dalle volontà del Logos (thelemata), continuano l’incarnazione trasmettendo realmente la presenza di chi scrive le lettere.

Handaut

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